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9 Lug

Salviamo le Leopoldine

Dieci Comuni, con capofila Cortona (Ar), insieme alla Regione Toscana per recuperare e valorizzare le “Leopoldine”, simbolo della cultura contadina e patrimonio storico.

Con il protocollo sottoscritto dai Comuni di Arezzo, Castiglion Fiorentino, Civitella Val di Chiana, Cortona, Foiano, Marciano della Chiana, Monte San Savino, Montepulciano, Sinalunga e Torrita di Siena, oltre che dall’assessore regionale al paesaggio Vincenzo Ceccarelli, le istituzioni coinvolte si impegnano a contrastare i fenomeni di abbandono e degrado di questi immobili storici e riconoscono le antiche case ‘Leopoldine’ come parte di un ‘sistema’ da tutelare e valorizzare, anche tramite la realizzazione di percorsi ciclopedonali.

In programma un ‘Progetto di paesaggio’, finanziato dalla Regione Toscana, per coniugare aspetti paesaggistici, storico-culturali, turistici, rurali ed ambientali della Valdichiana.

Le case coloniche con la caratteristica torre colombaia, furono costruite per volere del Granduca Pietro Leopoldo in seguito ai lavori di bonifica della valle, tra i primi del ‘700 e la fine dell’800, con l’obiettivo di garantire alle famiglie contadine abitazioni adeguate e salubri. Oggi le “Leopoldine” rappresentano un patrimonio storico, architettonico, paesaggistico e culturale da tutelare.

Con la firma del protocollo Regione e Comuni si sono impegnati ad ampliare il ventaglio delle funzioni d’uso delle Leopoldine. Accanto alla funzione agricola infatti, saranno ammesse quella residenziale, le attività e i servizi legati alla promozione del territorio, le attività legate al settore terziario (come servizi ed uffici), oltre a funzioni turistico-ricettive ed edilizia sociale.

Gli eventuali cambi di destinazione verso usi residenziali potranno essere effettuati al massimo per il 60% del totale delle ‘Leopoldine’ disponibile in ciascun Comune. Gli eventuali frazionamenti dovranno prevedere unità immobiliari con superficie minima pari a 100 mq per gli edifici principali (Leopoldina) e 80 mq per gli annessi e gli edifici di minor rilevanza storico architettonica. Dovrà essere mantenuta l’unità percettiva evitando la frammentazione visiva con strutture e delimitazioni estranee alla tipologia storica o tali da creare cesure tra l’area di pertinenza della Leopoldina e il territorio agricolo o la vegetazione circostante.

Per salvaguardare la configurazione originaria delle strutture e delle aree di pertinenza e i rapporti di gerarchia tra l’edificio principale e gli annessi, saranno valutati e definiti gli interventi ammissibili, che varieranno in base al grado di valore storico dell’edificio.

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